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Basquiat e l’arte di strada gennaio 20, 2009

Posted by chia83 in Hobbies.
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Nel 1981, a 19 anni, Jean Michel Basquiat, da sconosciuto artista di graffiti divenne di colpo uno degli artisti più richiesti, controversi e alla moda. Le sue mostre venivano annunciate come avvenimenti di gran rilievo della stagione newyorchese, i collezionisti e i musei più importanti ne comperavano le opere. Nel 1988 muore a 27 anni. Primo artista nero ad emergere nel mondo dell’arte dominato dai bianchi, la sua precoce morte ci dimostra che fu sì vittima di quel mondo, ma ebbe anche un successo prodigioso.Ancora oggi, a quasi venti anni dalla morte, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ad affascinare e far discutere il pubblico e la critica di tutto il mondo.

A mio avviso è stato e continua ad essere uno dei migliori artisti di strada mai esistiti.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare o visto una sua opera  inserisco   in questo post alcune informazioni sul suo stile e alcune immagini.

Lo stile:

La pittura di Jean Michel Basquiat non è classificabile in una corrente ufficiale; egli si definiva un “analphabet artist”, forse per la somiglianza delle sue opere con i disegni dei bambini, ma ad ogni modo sono riscontrabili fattori che accomunano i vari quadri.

Il pittore non usa cornici e spesso le tele sono stese su assi rozzamente incrociate. Il tratto è decisamente marcato e le pennellate molto corpose; questi elementi fanno in modo che l’arte di Basquiat sia un’arte povera, dei bassifondi, e proprio questo senso di decadenza era un’ottima espressione della caduta dei grandi ideali che ha caratterizzato gli anni Ottanta del nostro secolo. Basquiat era dunque un artista simbolo del suo tempo e proprio per questo il suo successo fu strepitoso e fulminante.

 Molti accomunano questo pittore agli espressionisti, ma la sua denuncia sociale avviene tramite la rozza semplicità dei tratti infantili e non grazie all’elaborata contorsione dei colori e delle figure caratteristica di quella corrente.

Elemento originalissimo è poi la scrittura; Basquiat, infatti, riempie ogni sua tela di innumerevoli parole che diventano un vero e proprio elemento compositivo del quadro.

A volte l’artista scrive solo il titolo dell’opera, ma più di frequente troviamo elenchi lunghissimi spesso coperti con poderose pennellate. Non è ben chiaro perché il pittore abbia effettuato una tale scelta espressiva, ma senz’altro ogni parola aggiunge particolari indispensabili per il significato complessivo dell’opera e questo nuovo modo di fare arte ci fa riflettere sull’estetica della scrittura, che così non è più solo significato ma anche armonia di suono e di forma.
Dopo la sua morte Jean Michel Basquiat era più o meno scomparso dal mercato artistico e il suo ricordo sembrava più che altro legato a quello di Andy Warhol. Nel 1996 però Julian Schnabel, con il suo film, riportò l’amico pittore alla memoria del grande pubblico e lo fece conoscere alle generazioni più giova

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